Il terzo, titolare di diritto reale su immobile limitrofo a quello controverso, vanta una posizione di interesse legittimo all'esercizio dei poteri di controllo e repressione degli abusi edilizi da parte dell'autorità comunale, ai sensi degli artt. 27 e ss. del D.P.R. n. 380 del 2001, e pertanto è legittimato a contestare in sede giurisdizionale il comportamento silente dell'ente compulsato. Qualora l'amministrazione comunale non abbia fornito alcun riscontro (né positivo né negativo) alle istanze presentate dal terzo interessato tese alla repressione dell'attività edilizia abusiva denunciata e non risulti aver adottato alcuna determinazione conclusiva del procedimento di controllo (archiviazione/provvedimento repressivo) nel termine di trenta giorni, sussiste l'obbligo dell'ente di provvedere in modo espresso, con la possibilità di nominare un commissario ad acta in caso di persistente inerzia. La mancata adozione del provvedimento espresso entro il termine di legge configura un'ipotesi di silenzio-inadempimento, che legittima il ricorso del terzo interessato volto all'accertamento dell'obbligo dell'amministrazione di provvedere e all'eventuale nomina di un commissario ad acta.