Cassazione penale Sez. II sentenza n. 3425 del 27 gennaio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:3425PEN

Massima

Il reato di estorsione sussiste quando la condotta del soggetto agente, anche attraverso minacce implicite o suggestioni intimidatorie, determina nella vittima un timore di subire conseguenze pregiudizievoli in caso di mancata ottemperanza alle richieste, inducendola così a compiere atti di disposizione patrimoniale contro la propria volontà. La valutazione della sussistenza degli elementi costitutivi del reato, quali la natura intimidatoria della condotta e il nesso di causalità tra questa e il comportamento della vittima, rientra nell'ambito del merito e non è sindacabile in sede di legittimità, se la motivazione del giudice di merito risulta congrua, logica e coerente con le risultanze processuali. Inoltre, il concorso morale nel reato di estorsione può essere integrato anche dalla semplice menzione del nome di un soggetto, qualora tale circostanza sia idonea a ingenerare nella vittima il timore di subire conseguenze pregiudizievoli in caso di mancata ottemperanza alle richieste.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VERGA Giovanna - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 28/07/2017 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere VINCENZO TUTINELLI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore ZACCO FRANCA, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il difensore di (OMISSIS) ricorre per cassazione avverso la sentenza della Corte di Appello di…

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