La contraffazione di una patente di guida straniera, anche se rilasciata da uno Stato non appartenente all'Unione Europea o allo Spazio Economico Europeo, integra il reato di uso di atto falso previsto dall'art. 489 c.p., in quanto tale documento, pur privo di efficacia certificativa ai fini della circolazione stradale in Italia ai sensi degli artt. 135 e 136 c.d.s., conserva comunque la natura di certificazione amministrativa, la cui esibizione agli organi di polizia può indurre in errore circa la sua autenticità. Pertanto, l'assenza dei requisiti di cui agli artt. 135 e 136 c.d.s. incide unicamente sulla fattispecie contravvenzionale di cui all'art. 116 c.d.s., mentre la contraffazione della patente straniera dà luogo al reato di cui all'art. 489 c.p., a prescindere dalla sussistenza di tali presupposti. La valutazione della contraffazione della patente straniera rientra nella competenza dei giudici di merito, la cui motivazione non è sindacabile in sede di legittimità se non in caso di manifesta illogicità o travisamento della prova, non essendo possibile una nuova valutazione degli elementi probatori già esaminati.