Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25188 del 2 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:25188PEN

Massima

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La massima giuridica che si può trarre dalla sentenza è la seguente: Il giudice può ritenere sussistenti i gravi indizi di colpevolezza per l'ipotesi di appartenenza dell'indagato a un sodalizio mafioso, anche sulla base di elementi di mera contiguità dello stesso a esponenti diretti del clan, senza che sia necessario dimostrare un ruolo attivo e organico dello stesso nell'associazione criminale. Ciò in quanto, in tale fase cautelare, il giudice non è tenuto a una valutazione esaustiva del quadro indiziario, essendo sufficiente la presenza di elementi indiziari idonei a far ritenere probabile la sussistenza del reato contestato. Pertanto, la mera asserzione di una diversa interpretazione dei fatti da parte della difesa, senza l'allegazione di nuovi elementi concreti, non è sufficiente a inficiare la valutazione del giudice, il quale può legittimamente ritenere sussistenti le esigenze cautelari e la pericolosità sociale dell'indagato, in ragione della natura dell'imputazione per il reato di associazione mafiosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GU. PI. FR. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1549/2009 TRIB. LIBERTA' di PALERMO, del 14/10/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. D'Angelo Giovanni, chiede il rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. Martorana, (Ndr: testo originale non comprensibile) i motivi del ricorso chiedendone l'acc…

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