Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La violazione di domicilio, realizzata mediante artifici e raggiri per introdursi fraudolentemente nell'abitazione altrui, integra il reato di cui agli artt. 110 e 614 c.p., anche quando l'intrusione non sia accompagnata da violenza o minaccia. Il giudice di merito, nel valutare la prova, può legittimamente fondare il giudizio di colpevolezza sulle dichiarazioni della persona offesa, sul riconoscimento fotografico e dibattimentale degli imputati, nonché su altri elementi indiziari convergenti, come la coincidenza del veicolo utilizzato per allontanarsi dal luogo del fatto. La congruità della pena inflitta, debitamente motivata dal giudice, non è sindacabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o giuridici della motivazione. Il principio di diritto trova applicazione ogniqualvolta soggetti, mediante artifici e raggiri, si introducano fraudolentemente nell'altrui domicilio, a prescindere dalla violenza o minaccia, essendo sufficiente l'intrusione ottenuta con l'inganno, in violazione della riservatezza e del diritto di proprietà della persona offesa.