Il pubblico ministero può appellare contro le sentenze di proscioglimento, in quanto l'esclusione di tale facoltà da parte del legislatore è stata dichiarata costituzionalmente illegittima. Pertanto, l'ordinanza di inammissibilità dell'appello proposto dal pubblico ministero e il successivo ricorso per cassazione risultano privi di fondamento normativo, dovendosi annullare l'ordinanza di inammissibilità, dichiarare inammissibile il ricorso per cassazione e trasmettere gli atti alla Corte di appello per il giudizio di merito. Tale principio si fonda sulla tutela del diritto di impugnazione del pubblico ministero, quale garanzia del giusto processo e del corretto esercizio dell'azione penale, in conformità ai principi costituzionali di cui agli articoli 111 e 112 della Costituzione. La Corte costituzionale, con la propria pronuncia di illegittimità, ha riaffermato il ruolo del pubblico ministero quale parte processuale titolare del potere di impugnazione, a tutela dell'interesse pubblico all'accertamento della verità e all'applicazione della legge penale.