Il Comune può legittimamente vietare o limitare l'apertura di nuovi esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande nel centro storico, in presenza di ragioni non altrimenti risolvibili di sostenibilità ambientale, sociale e di viabilità, che rendano impossibile consentire ulteriori flussi di pubblico senza incidere gravemente sui meccanismi di controllo, in particolare per il consumo di alcolici, e senza ledere il diritto dei residenti alla vivibilità del territorio e alla normale mobilità. Tale limitazione, prevista dall'art. 64, comma 3, del d.lgs. n. 59/2010, si impone per ragioni di prevalenza dell'interesse pubblico sulla libertà di iniziativa economica privata, anche quando l'attività sia destinata ad insediarsi in una struttura già esistente, in quanto comunque idonea a determinare un ulteriore afflusso nella zona tutelata e a pregiudicare gli interessi pubblici sottesi alla limitazione. Il vincolo, pertanto, opera necessariamente anche nei confronti delle iniziative destinate ad insediarsi in strutture già esistenti, dovendosi avere riguardo all'attività e non allo stabile che occupano. Le esigenze di tutela del centro storico, caratterizzato da densità urbana e formato in prevalenza da vicoli e strettoie, giustificano la limitazione all'apertura di nuovi esercizi commerciali, al fine di salvaguardarne le condizioni di migliore vivibilità e prevenire i fenomeni di inquinamento veicolare e sonoro. Tali limitazioni, adottate dal Comune con atti ripetuti nel tempo, non possono ritenersi illegittime, in quanto preordinate al più generale assetto del settore, mediante lo strumento regolamentare nel quale confluiscano le esigenze di tutela con gli interessi degli operatori commerciali.