Il contratto di appalto può validamente prevedere una clausola penale per il ritardo nell'esecuzione dei lavori, indipendentemente dalla essenzialità del termine concordato per la consegna dell'opera. In caso di inadempimento dell'appaltatore, la committente ha diritto al risarcimento del danno nella misura preventivamente stabilita in sede contrattuale, senza necessità di provarne l'effettiva entità. Nell'interpretazione del contratto, in assenza di una specifica indicazione, il termine di consegna deve intendersi riferito ai giorni di calendario e non ai soli giorni lavorativi. L'appaltatore è responsabile per i vizi dell'opera realizzata, anche se conosciuti o riconoscibili in corso d'opera, salvo il caso di accettazione dell'opera da parte del committente. Ove la prova del danno risulti impossibile o difficoltosa, il giudice può procedere alla sua liquidazione equitativa, tenuto conto della tipologia dei vizi accertati. L'appaltatore è altresì tenuto al rimborso delle spese sostenute dal committente per il controllo tecnico sull'esecuzione dei lavori, in assenza di specifiche pattuizioni derogatorie.