Il diritto all'immagine della persona ritratta, tutelato dagli artt. 96 e 97 della Legge n. 633 del 1941, impone il previo consenso per l'esposizione e la pubblicazione del suo ritratto, anche quando si tratti di eventi pubblici, salvo che tale esposizione non rechi pregiudizio all'onore, alla reputazione o al decoro della persona ritrattata. L'onere di provare l'esistenza delle condizioni che legittimano la pubblicazione senza consenso grava sulla parte che procede alla diffusione dell'immagine, la quale deve dimostrare non solo il consenso implicito per la ripresa, ma anche l'assenza di pregiudizio all'onorabilità della persona ritratta. Il danno all'immagine e alla reputazione può essere provato anche attraverso elementi indiziari, come le dichiarazioni testimoniali, senza che sia necessaria la prova di un concreto pregiudizio economico. Il giudice, nel valutare la legittimità della pubblicazione di immagini senza consenso, deve esaminare attentamente tutti gli elementi di fatto e di diritto rilevanti, motivando adeguatamente le proprie conclusioni in ordine alla sussistenza o meno dei presupposti che consentono la deroga al principio del consenso.