Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso il provvedimento di sospensione dei lavori e annullamento di una SCIA presentata dal ricorrente per il mutamento di destinazione d'uso di un immobile, ha affermato il principio per cui: Il provvedimento di sospensione degli effetti di un precedente atto amministrativo pregiudizievole, adottato dall'amministrazione nell'esercizio dei poteri di autotutela, non è suscettibile di arrecare alcun concreto ed attuale pregiudizio agli interessi del destinatario, rendendo pertanto inammissibile il ricorso avverso tale provvedimento di sospensione per difetto di interesse a ricorrere. Ciò in quanto il provvedimento di sospensione non determina alcuna lesione diretta ed immediata della sfera giuridica del ricorrente, limitandosi a rinviare l'adozione di eventuali provvedimenti di secondo grado all'esito di un procedimento penale pendente in relazione alla legittimità delle preesistenze. Inoltre, il giudice amministrativo non può pronunciarsi sulla sussistenza dei presupposti per un eventuale futuro annullamento in autotutela, trattandosi di poteri non ancora esercitati, in applicazione del divieto di cui all'art. 34, comma 2, c.p.a.