Il Comune, nell'esercizio del proprio potere regolamentare in materia di tutela dell'inquinamento acustico, può legittimamente imporre limiti di orario per le attività di intrattenimento musicale e danzante svolte negli stabilimenti balneari, al fine di contemperare le esigenze degli imprenditori con quelle dei residenti e dei soggiornanti di garantire il rispetto della quiete pubblica e del riposo delle persone, tenuto conto della ubicazione di numerose unità immobiliari adibite ad abitazione e di strutture turistico-recettive nelle vicinanze. Tali limiti orari, che non possono essere differenziati in ragione del possesso di autorizzazioni ex artt. 68 e 80 TULPS, non costituiscono una programmazione generale degli orari degli esercizi pubblici, ma sono misure legittimamente adottate per la tutela dell'ambiente e della salute pubblica, rientranti nei poteri conferiti al Comune dalla normativa statale e regionale in materia di inquinamento acustico. Tuttavia, il Comune non può imporre al gestore l'obbligo di incaricare un tecnico competente in acustica per il rilievo dei livelli di pressione sonora in occasione di determinati eventi, in quanto tale adempimento non è previsto dalla legge. Parimenti, il Comune non può prevedere sanzioni di sospensione dell'attività e di revoca delle autorizzazioni non espressamente previste dalla legge regionale. Infine, il Comune deve prevedere che la documentazione relativa all'istanza di nulla osta preventivo di impatto acustico sia presentata presso lo Sportello unico per le attività produttive, come prescritto dalla normativa statale.