Cassazione penale Sez. II sentenza n. 46868 del 22 dicembre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:46868PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il criterio distintivo tra il delitto di associazione per delinquere e il concorso di persone nel reato continuato va individuato nel carattere dell'accordo criminoso, che nell'ipotesi di concorso si concretizza in via meramente occasionale ed accidentale, essendo diretto alla commissione di uno o più reati determinati, mentre nel reato associativo risulta diretto all'attuazione di un più vasto programma criminoso, per la commissione di una serie indeterminata di delitti, con la permanenza di un vincolo associativo tra i partecipanti, anche indipendentemente ed al di fuori dell'effettiva commissione dei singoli reati programmati. Pertanto, ai fini della configurabilità di un'associazione per delinquere, il giudice può dedurre i requisiti della stabilità del vincolo associativo, trascendente la commissione dei singoli reati-fine, e dell'indeterminatezza del programma criminoso, dal susseguirsi ininterrotto, per un apprezzabile lasso di tempo, delle condotte integranti detti reati ad opera di soggetti stabilmente collegati, gravando sul singolo la prova che il suo contributo non è dovuto ad un vincolo preesistente con i correi. Inoltre, il dolo del delitto di partecipazione, semplice o qualificata, a tale sodalizio, si concreta nell'individuare se l'imputato, consapevole dell'esistenza dell'organizzazione e delle sue finalità, avesse, con l'attività contestatagli ed accertata nella sua materialità, inteso o meno apportare un contributo cosciente alla vita dell'organizzazione, potendo tale accertamento fondarsi su prove indirette, quali la continuità, frequenza ed intensità dei rapporti con gli altri associati; la partecipazione anche ad un solo episodio criminoso; la realizzazione dell'attività delittuosa in termini conformi al piano associativo; l'esistenza di vincoli solidaristici che garantiscano assistenza legale e sostegno all'intraneo in caso di arresto. Infine, in tema di rapporti tra la contravvenzione di cui all'art. 707 c.p. e il delitto di furto aggravato dalla violenza sulle cose, soltanto nel caso in cui gli arnesi atti allo scasso siano effettivamente serviti per la commissione del furto, e il loro possesso sia stato limitato all'uso momentaneo necessario per l'effrazione, senza protrarsi per un ulteriore arco di tempo giuridicamente apprezzabile, si verifica l'assorbimento della contravvenzione nel delitto di furto aggravato, giacché solo in tale ipotesi il collegamento tra i due illeciti, sussistente in termini di immediatezza e di strumentalità, dà vita ad una fattispecie complessa e rende operante il principio di specialità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Piero - Presidente

Dott. DE SANTIS A. - rel. Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. COSCIONI Giusepp - Consigliere

Dott. SALEMME Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
1) (OMISSIS), n. a (OMISSIS);
2) (OMISSIS), n. in (OMISSIS);
3) (OMISSIS), n. in (OMISSIS);
4) (OMISSIS), n. in (OMISSIS);
5) (OMISSIS), n. in (OMISSIS);
6) (OMISSIS), n. a (OMISSIS);
avverso la sentenza resa dalla Corte di Appello di Milano in data 12/3/2021;
visti gli atti, la sentenza impugnata e i ricorsi;
udita la relazione del Cons. De Santis Anna Maria;
udita la requisitoria del P.G., Dott. MASTROBERARDINO Paola, che ha concluso per l'accoglimento del ricorso …

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