Cassazione penale Sez. II sentenza n. 21403 del 21 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:21403PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando la condotta minacciosa eccede il mero esercizio arbitrario delle proprie ragioni, coartando ingiustamente la volontà della vittima, anche se l'agente agisce per tutelare pretese ritenute lecite di terzi. L'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152/1991 sussiste quando l'estorsione è commessa al fine di agevolare l'attività di un'associazione mafiosa, a prescindere dalla natura delle pretese vantate dall'agente. I giudici di merito, attraverso un'adeguata e logica valutazione delle risultanze probatorie, possono accertare la sussistenza degli elementi costitutivi del delitto di estorsione e della relativa aggravante, senza che tale accertamento sia sindacabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o giuridici macroscopici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. LOMBARDO Luigi - rel. Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1747/2014 TRIB. LIBERTA' di PALERMO, del 10/12/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUIGI GIOVANNI LOMBARDO;

sentite le conclusioni del PG Dott. Viola Alfredo Pompeo, per il rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

1. (OMISSIS) (indagato per i delitti di rapina ed estorsione, aggravat…

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