Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19827 del 30 aprile 2003

ECLI:IT:CASS:2003:19827PEN

Massima

Massima ufficiale
Poiché il delitto di diffamazione commesso dal giornalista con il mezzo della stampa rappresenta l'evento del reato colposo attribuibile al direttore responsabile, ai sensi dell'art. 57 c.p., la condotta omissiva di quest'ultimo consiste specificamente nel non aver attivato i dovuti controlli per evitare che — col mezzo della stampa e sul periodico da lui diretto — si ledesse dolosamente la reputazione di terze persone; ne consegue che, se il delitto di cui all'art. 595 comma terzo c.p. non risulta essere stato consumato per carenza dell'elemento psicologico, la fattispecie colposa omissiva prevista a carico del direttore non può trovare applicazione.

Sentenza completa

FATTO, SVOLGIMENTO DEL PROCESSO, RICORSO
G. P., direttore del quotidiano "Il Mattino" di Napoli, è imputato del delitto di cui agli artt. 57-595 comma 3 c.p., 13 legge 47/48 perché, nella qualità sopra indicata, ometteva di esercitare il dovuto controllo e permetteva che, in data 25.6.1998, sul predetto quotidiano, edizione di Salerno: a) venisse pubblicata la fotografia di V. V., alla "testa" dell'articolo "Agropoli, quello strano furto all'anagrafe", riferentesi a soggetto del tutto estraneo ai fatti criminosi narrati, ma solo omonimo del V., b) venisse fatta menzione del predetto V. anche nel corpo di altro articolo avente titolo "Vallo di Diano, la Ndrangheta la fa da padrona nel territorio di frontiera".
Il G., assolto in primo grado (perché il fatto non costituisce reato), a seguito di impugnazione del PM, è stato condannato alla pena di Euro 516 di multa dalla Corte di appello di Napoli, che ha radicalmente riformato la…

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