Il certificato medico falsificato materialmente, con l'apposizione di una data diversa da quella effettiva al fine di giustificare un periodo di assenza dal lavoro durante il quale l'imputato era stato detenuto, integra il reato di falso e tentata truffa, essendo irrilevante che il medico avesse in precedenza effettivamente visitato e ricoverato l'imputato, in quanto quest'ultimo ha comunque utilizzato il certificato alterato per indurre in errore il datore di lavoro circa il periodo di indisposizione. La Corte di Cassazione, nel dichiarare inammissibile il ricorso, ha ritenuto congrua e logicamente coerente la motivazione della sentenza impugnata, in quanto la falsificazione materiale del certificato medico, accertata sulla base dell'atto stesso e delle dichiarazioni del medico, integra gli elementi costitutivi dei reati contestati, a prescindere da eventuali ricostruzioni alternative inammissibili in sede di legittimità, non essendo sufficiente a giustificare la condotta illecita il fatto che l'imputato fosse stato effettivamente ricoverato in precedenza.