La Regione, in quanto titolare della competenza normativa in materia di patrimonio faunistico e delle funzioni amministrative di programmazione, coordinamento e controllo delle attività di tutela e gestione della fauna selvatica, è legittimata passivamente in via esclusiva all'azione di risarcimento dei danni cagionati dalla fauna selvatica ai sensi dell'art. 2052 c.c., anche quando tali funzioni siano svolte, per delega o in base a poteri propri, da altri enti. La Regione può tuttavia rivalersi nei confronti degli enti ai quali sarebbe in concreto spettata, nell'esercizio di funzioni proprie o delegate, l'adozione delle misure che avrebbero dovuto impedire il danno. Il titolo di responsabilità fondato sull'art. 2052 c.c. può concorrere con quello di cui all'art. 2043 c.c., che consente il diretto esercizio dell'azione risarcitoria anche nei confronti degli enti pubblici a cui sarebbe spettata l'adozione di misure idonee a prevenire il danno, purché il danneggiato provi la loro condotta colposa causalmente efficiente. La Regione può liberarsi da responsabilità dimostrando che il comportamento dell'animale si è posto del tutto al di fuori della propria sfera di controllo, come causa autonoma, eccezionale, imprevedibile o comunque non evitabile neanche mediante l'adozione delle più adeguate e diligenti misure di gestione e controllo del patrimonio faunistico e di cautela per i terzi.