Consiglio di Stato sentenza n. 1814 del 2007

ECLI:IT:CDS:2007:1814SENT

Massima

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La concessione di un alloggio demaniale, pur se inizialmente rilasciata a titolo personale, può essere limitata dalla pubblica amministrazione nella sua durata temporale, in ragione di prevalenti esigenze di interesse pubblico connesse alla migliore utilizzazione del bene. Pertanto, il mancato rinnovo della concessione alla sua naturale scadenza, comunicato tempestivamente al concessionario, non costituisce un provvedimento di revoca, ma l'esercizio del potere amministrativo di rientrare nel possesso del bene demaniale, senza che ciò comporti l'obbligo di una specifica motivazione in ordine alla cessazione del rapporto concessorio. Il concessionario, essendo a conoscenza della precarietà del titolo concessorio, limitato ad un anno, non può vantare alcuna legittima aspettativa a un rinnovo tacito o automatico della concessione oltre il termine stabilito, dovendo pertanto procedere al rilascio dell'immobile alla scadenza del rapporto. L'impugnazione del provvedimento di concessione annuale o di proroga, ove non effettuata tempestivamente, determina l'inammissibilità di un successivo ricorso avverso la comunicazione del mancato rinnovo alla scadenza, in quanto tale atto non ha natura provvedimentale ma si limita a dare atto della cessazione del rapporto per decorso del termine. La pubblica amministrazione, nel rientrare nel possesso di un bene demaniale precedentemente concesso, non è tenuta a una specifica motivazione in ordine alla cessazione del rapporto concessorio, essendo sufficiente il richiamo alle prevalenti esigenze di interesse pubblico connesse alla migliore utilizzazione del bene, come nel caso di un immobile inserito in un contesto monumentale e paesaggistico di rilevante interesse storico-culturale, la cui piena fruizione risulterebbe compromessa dalla permanenza di un alloggio di servizio. Pertanto, il mancato rinnovo della concessione alla sua naturale scadenza, comunicato tempestivamente al concessionario, non costituisce un provvedimento di revoca, ma l'esercizio del potere amministrativo di rientrare nel possesso del bene demaniale, senza che ciò comporti l'obbligo di una specifica motivazione in ordine alla cessazione del rapporto concessorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale

(Sezione Sesta)

ha pronunciato la seguente

DECISIONE

sul ricorso in appello n. 8180/1995, proposto da:

- Ministero dei beni culturali ed ambientali, in persona del Ministro in carica, rappresentato e difeso dall'Avvocatura generale dello Stato, domiciliataria per legge in via De.Po. n. (...), Ro.;

contro

- Pi.Ma. ved. Ca., rappresentata e difesa dall'avv. Gi.Ab. ed elettivamente domiciliata presso lo studio dello stesso, in via G.G.Po. n. (...), Ro.;

per la riforma

della sentenza del T.a.r. Campania, Napoli, sezione III, n. 329/1994, resa Inter partes e concernente la revoca della concessione di un alloggio demaniale sito nella Ce. di S.Ma.
Visto il ricorso in appello con i relativi allegati;

Visto l'atto di costituzione in giudizio dell'appellata…

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