Cassazione penale Sez. II sentenza n. 6949 del 23 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:6949PEN

Massima

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Il reato di circonvenzione di incapace, ai sensi dell'art. 643 c.p., richiede non solo lo stato di infermità o deficienza psichica della vittima, ma anche l'effettivo approfittamento di tale condizione da parte dell'agente per indurre la persona offesa a compiere un atto dannoso sul piano patrimoniale. La mera probabilità di incapacità della vittima, non facilmente riconoscibile da terzi, e l'assenza di prova della conoscenza di tale stato da parte dell'imputato e del suo conseguente abuso, escludono la configurabilità del reato, anche qualora l'atto compiuto dalla persona offesa risulti economicamente svantaggioso per la stessa. Il giudizio di merito sulla sussistenza degli elementi costitutivi del reato, debitamente motivato, non può essere sindacato in sede di legittimità, se non per manifesta illogicità o irragionevolezza, essendo riservata ai giudici di merito la valutazione delle risultanze probatorie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA ((omissis)) - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SG. RO. RO. N. IL (OMESSO);

1) RO. MI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 687/2009 CORTE APPELLO di CATANIA, del 16/02/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/02/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CHINDEMI Domenico;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'ANGELO Giovanni che ha concluso per l'inammissibilita'…

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