Il reato di induzione alla prostituzione minorile di cui all'art. 600-bis, comma 1, c.p. richiede una condotta di persuasione o sollecitazione idonea a convincere il minore a compiere atti sessuali con terzi, a differenza della fattispecie di cui al comma 2 dello stesso articolo, che punisce il cliente che intrattiene rapporti sessuali con il minore in cambio di denaro o altra utilità. La mera offerta di ricariche telefoniche a minori in cambio di foto a contenuto sessuale non integra gli estremi del reato di induzione alla prostituzione, ma può configurare il reato di detenzione di materiale pedopornografico di cui all'art. 600-quater c.p., qualora il materiale sia effettivamente acquisito e detenuto dall'agente. Inoltre, il reato di violenza sessuale di cui agli artt. 609-bis e 609-quater c.p. è configurabile anche in assenza di contatto fisico, purché vi sia una condotta idonea a costringere il minore a subire atti sessuali contro la sua volontà, come accertato sulla base di elementi probatori oggettivi e della credibilità della vittima. La conoscenza dell'età del minore non è elemento costitutivo di tali reati, essendo sufficiente la mera negligenza dell'agente.