Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25464 del 18 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:25464PEN

Massima

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L'uso di un documento di identificazione contraffatto, anche se accompagnato da eventuali errate generalità dell'imputato, non esclude la responsabilità penale per il reato di uso di atto falso, in quanto la coincidenza tra l'autore del reato e la persona fisica del prevenuto può essere comunque accertata attraverso il procedimento di cui all'articolo 130 c.p.p. per la correzione delle generalità. Pertanto, la mancata esatta identificazione dell'imputato non impedisce l'attribuzione del reato, essendo sufficiente l'accertamento dell'uso di un documento contraffatto ai fini identificativi, indipendentemente dalla corrispondenza tra le generalità riportate sul documento e quelle effettive dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTELLA Mario - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DJ. KE. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 22/09/2008 CORTE APPELLO di ANCONA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. CARROZZA ARTURO;

Udito il Procuratore Generale in persona Dr. Stabile Carmine, che chiede il rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. Guidi Andrea di Roma, in sost. dell'avv. Fedeli che deposita delega e si riporta al ricorso…

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