Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da una struttura sanitaria privata accreditata avverso il decreto del Presidente della Giunta Regionale della Calabria nella qualità di Commissario ad acta, che ha disposto la non applicabilità degli interessi moratori di cui al d.lgs. n. 231/2002 nei rapporti con le strutture sanitarie e socio-sanitarie private accreditate, ha affermato il seguente principio di diritto: L'atto impugnato, con cui il Commissario ad acta ha dettato un indirizzo interpretativo in ordine alla non applicabilità del d.lgs. n. 231/2002 ai rapporti tra Aziende Sanitarie Pubbliche e strutture sanitarie private accreditate, non ha natura provvedimentale e non incide in via diretta e immediata sulla sfera giuridica della struttura ricorrente. Pertanto, il ricorso è dichiarato inammissibile per difetto di interesse a ricorrere, in quanto l'atto impugnato non ha prodotto una lesione attuale e concreta della posizione giuridica della parte, la quale potrà far valere i propri diritti in sede di concreto rifiuto da parte dell'Amministrazione di corrispondere gli interessi moratori eventualmente dovuti. Ciò in quanto, secondo la consolidata giurisprudenza amministrativa, l'interesse a ricorrere presuppone che l'atto impugnato abbia determinato una lesione diretta, attuale e concreta della sfera giuridica del ricorrente, e non una mera lesione potenziale o indiretta.