Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18255 del 2 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:18255PEN

Massima

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Il reato di minaccia sussiste quando la condotta dell'agente, anche attraverso espressioni verbali indeterminate, sia idonea a limitare la libertà psichica della vittima, prospettandole il pericolo di un danno ingiusto, senza che sia necessario che si verifichi concretamente uno stato di intimidazione. La mera percezione negativa dell'imputato circa il comportamento della persona offesa, come un semplice sorriso, non integra la scriminante della provocazione, essendo necessario che la condotta di quest'ultima assuma un disvalore tale da giustificare la reazione dell'agente. Nell'ipotesi di concorso di reati puniti con pene alternative, la sanzione irrogata non può superare il limite edittale previsto per il reato più grave, anche se non espressamente indicato dal giudice, purché rientri nel massimo edittale complessivo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V.S - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 12/2014 TRIBUNALE di TRENTO, del 21/11/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 07/01/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ENRICO VITTORIO STANISLAO SCARLINI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per il rigetto.
RITENUTO IN FATTO
1 - Con sentenza del 21 novembre 2014 il Tribunale di Trento confermava la sentenza del Giudice di pace di Pergine Valsug…

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