La mobilità volontaria tra pubbliche amministrazioni costituisce uno strumento prioritario di reclutamento del personale rispetto ad altre forme di assunzione, in quanto idoneo a garantire economie di spesa e l'impiego razionale delle risorse umane. Pertanto, le amministrazioni pubbliche sono tenute ad esperire previamente le procedure di mobilità volontaria prima di procedere all'espletamento di procedure concorsuali o di stabilizzazione del personale precario, salvo che non sussistano specifiche e motivate esigenze organizzative che giustifichino il ricorso a tali ultime modalità di reclutamento. La scelta di sospendere una procedura di mobilità già avviata, per procedere invece alla stabilizzazione di personale precario, si pone in contrasto con il principio di priorità della mobilità volontaria sancito dall'art. 30, comma 2-bis, del d.lgs. n. 165/2001, risultando pertanto illegittima, in assenza di adeguata motivazione che giustifichi tale deroga. Inoltre, l'adozione di un provvedimento di sospensione della procedura di mobilità, senza la previa comunicazione di avvio del procedimento e con una motivazione carente, viola i principi di partecipazione e di trasparenza di cui alla legge n. 241/1990, ledendo le legittime aspettative dei dipendenti che avevano preso parte alla procedura.