E` manifestamente infondata la questione di illegittimita` costituzionale secondo cui l'art. 722 cod. proc. pen., come sostituito dall'art. 10 D.L. 8 giugno 1992 n. 305 (convertito con legge 7 agosto 1992 n. 356) sarebbe in contrasto con l'art. 3 della Costituzione in quanto privo di ragionevolezza nella parte in cui, ai fini della durata della custodia cautelare in conseguenza di estradizione, stabilisce che non si abbia riguardo alla durata massima dei termini di fase, ma solo a quella massima della durata complessiva; basti pensare che la cognizione dei reati in caso di estradizione attiva deve sempre passare attraverso una procedura preliminare nella quale nessun potere di intervento diretto e` consentito agli organi del potere giudiziario nazionale: di conseguenza poiche` l'inosservanza dei termini di fase potrebbe non dipendere dalla inerzia del giudice nazionale, appare non priva di ragionevolezza la scelta legislativa di superare le frazioni di fase e di ancorare la scadenza della carcerazione cautelare alla ordinaria durata complessiva della misura in questione in modo da consentire, fermo restando il limite massimo di cui all'art. 303 comma quarto cod. proc. pen., il recupero, all'interno delle fasi processuali, del tempo occorso alla procedura estradizionale.