Il messaggio pubblicitario che, pur contenendo informazioni tecnicamente corrette, risulta complessivamente idoneo ad indurre in errore il consumatore medio circa la natura e le finalità dell'offerta commerciale, omettendo di informare in modo chiaro e completo sulla reale natura della proposta, che consiste nell'iscrizione a un corso di formazione a pagamento e non in un'offerta di lavoro, integra una pratica commerciale scorretta ai sensi degli artt. 20, 21 e 22 del Codice del Consumo. Il giudizio di ingannevolezza di un messaggio pubblicitario va effettuato ex ante, con esclusivo riferimento alla portata del messaggio stesso, essendo irrilevante la possibilità per il consumatore di acquisire ulteriori informazioni in una fase successiva al contatto con il professionista, in quanto la verifica concerne l'idoneità del messaggio a condizionare le scelte dei destinatari, indipendentemente dalla successiva integrazione informativa. Nell'applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria per una pratica commerciale scorretta, l'Autorità deve tenere conto, oltre che degli elementi di cui all'art. 11 della legge n. 689/1981 (gravità della violazione, opera svolta per eliminarla, personalità dell'agente), anche delle condizioni economiche del professionista, al fine di assicurare l'effettività, l'adeguatezza e la proporzionalità della misura sanzionatoria, in coerenza con il suo carattere deterrente e punitivo.