Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6761 del 16 febbraio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:6761PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione della sentenza impugnata, deve limitarsi a verificare l'adeguatezza delle considerazioni poste a fondamento del convincimento del giudice di merito, senza poter effettuare una propria autonoma valutazione del materiale probatorio. L'illogicità della motivazione, come vizio denunciabile, deve risultare di macroscopica evidenza, essendo ininfluenti le minime incongruenze, purché le ragioni del convincimento siano spiegate in modo logico ed adeguato, senza vizi giuridici. Pertanto, la censura relativa al significato attribuito dal giudice di merito al ritrovamento di un'impronta digitale, quale elemento di prova della responsabilità dell'imputato, attiene alla valutazione delle prove e non può essere rilevante in sede di legittimità, se non quando risulti viziato il discorso giustificativo sulla loro capacità dimostrativa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - Consigliere

Dott. LIGNOLA F. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2491/2012 CORTE APPELLO di MILANO, del 10/06/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/11/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FERDINANDO LIGNOLA;

Il Sostituto Procuratore generale della Corte di cassazione, dr. Umberto De Augustinis, ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 5 dicembre 2011 del …

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