Il pubblico ufficiale chiamato a ricevere e attestare dichiarazioni sostitutive di atto notorio ha il dovere di verificare diligentemente la corrispondenza tra i dati dichiarati e quelli risultanti dai documenti esibiti, non potendo limitarsi a prendere atto della mera sottoscrizione del dichiarante, anche se personalmente conosciuto, senza effettuare i necessari riscontri. Tuttavia, qualora il pubblico ufficiale sia stato indotto in errore dalle false dichiarazioni del terzo, senza che egli abbia omesso i doveri di controllo previsti dalla legge, non sussiste il reato di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico, in quanto la falsità dell'atto è determinata dalle mendaci affermazioni del dichiarante, al di fuori della sequenza procedimentale normativamente prevista. In tal caso, il reato di sostituzione di persona risulta assorbito nel più grave delitto contro la fede pubblica, in applicazione della clausola di riserva di cui all'art. 494 c.p.