La confisca dei beni ai sensi dell'art. 12-sexies della Legge n. 356 del 1992 può essere disposta anche in assenza di una sentenza definitiva di condanna per uno dei delitti ivi previsti, purché sia accertata la sussistenza di una sproporzione tra il valore dei beni posseduti dal terzo estraneo al procedimento penale e i suoi redditi leciti, nonché l'illecita provenienza di tali beni dal reato presupposto. Tuttavia, tale confisca non può essere disposta qualora il reato presupposto sia estinto per qualsiasi causa, in quanto il legislatore ha ancorato la confisca obbligatoria alla condanna definitiva dell'imputato. Pertanto, il giudice dell'esecuzione, nel valutare la legittimità della confisca nei confronti del terzo estraneo, deve verificare il rispetto dei requisiti stabiliti dalla giurisprudenza di legittimità, in particolare la sentenza delle Sezioni Unite Montella del 2003, tenendo conto anche di eventuali precedenti pronunce, in sede penale o di prevenzione, che abbiano già accertato la legittima provenienza dei beni intestati al terzo. Solo in presenza di tali presupposti, il giudice può disporre la confisca dei beni, anche in assenza di una condanna definitiva per il reato presupposto.