Cassazione penale Sez. II sentenza n. 5571 del 4 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:5571PEN

Massima

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Il giudice, in sede di applicazione, riesame o appello di una misura cautelare personale, può modificare la qualificazione giuridica del fatto attribuita dal pubblico ministero, senza che ciò comporti lesione di diritti di difesa o conseguenze sui termini di efficacia della misura o sui provvedimenti successivi, in quanto il principio di legalità consente al giudice di attribuire la corretta qualificazione giuridica al fatto descritto nell'imputazione. Ai fini della valutazione del pericolo di reiterazione del reato, il requisito della concretezza non si identifica con quello dell'attualità, derivante dalla riconosciuta esistenza di occasioni prossime favorevoli alla commissione di nuovi reati, ma con quello dell'esistenza di elementi concreti sulla base dei quali è possibile affermare che l'imputato possa commettere delitti della stessa specie di quello per cui si procede, e cioè che offendano lo stesso bene giuridico. Il giudice di legittimità non può rileggere gli elementi di fatto posti a fondamento della decisione impugnata né adottare nuovi e diversi parametri di ricostruzione e valutazione dei fatti, dovendo limitarsi al controllo della razionalità intrinseca e della capacità esplicativa della motivazione dei giudici del merito. La denunzia di minime incongruenze argomentative o l'omessa esposizione di elementi di valutazione che il ricorrente ritenga tali da determinare una diversa decisione, ma che non siano inequivocabilmente munite di un chiaro carattere di decisività, non può dar luogo all'annullamento della sentenza, in quanto non costituisce vizio della motivazione qualunque omissione valutativa che riguardi singoli dati estrapolati dal contesto, essendo solo l'esame del complesso probatorio entro il quale ogni elemento sia contestualizzato che consente di verificare la consistenza e la decisività degli elementi medesimi oppure la loro ininfluenza ai fini della compattezza logica dell'impianto argomentativo della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. LOMBARDO Luigi - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - est. Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), n. a (OMISSIS), attualmente agli arresti domiciliari per questa causa, rappresentato e assistito dall'avv. (OMISSIS);

avverso l'ordinanza emessa dal Tribunale di Palermo sezione del riesame in data 25.10.2013;

rilevata la regolarita' degli avvisi di rito;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere dott. ((omissis));

sentite le conclusioni del Sostituto procuratore general…

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