Cassazione penale Sez. II sentenza n. 42126 del 26 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:42126PEN

Massima

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Il sequestro di persona a scopo di estorsione si configura anche in presenza di mera violenza morale, senza necessità di privazione totale della libertà di movimento o dell'uso del telefono cellulare da parte della vittima, essendo sufficiente qualsiasi condotta che, in relazione alle circostanze, sia idonea a privare la persona della capacità di determinarsi e agire secondo la propria volontà autonoma e indipendente. La richiesta estorsiva può essere rivolta anche a soggetti diversi dal sequestrato, senza che ciò escluda la configurabilità del reato. Il fatto che la vittima sia riuscita a sfuggire alla sorveglianza dei sequestratori non esclude la consumazione del reato, essendo sufficiente la pregressa costrizione. Le dichiarazioni accusatorie della persona offesa possono trovare riscontro in elementi probatori esterni, quali intercettazioni telefoniche, sequestri di droga e denaro, testimonianze di terzi, senza che sia necessario un apprezzamento unitario e complessivo di tutte le risultanze investigative.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. DE CRESCENZO Ugo - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. MANNA Antoni - rel. Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

De. An. Ma. ;

avverso l'ordinanza del 4.1.10 del Tribunale di Roma, sezione riesame;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita in Camera di consiglio la relazione del Consigliere Dott. Antonio Manna;

udito il Procuratore Generale nella persona del Dott. Vito Monetti, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

Con ordinanza del 4.1.10 il Tribu…

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