Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30259 del 29 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:30259PEN

Massima

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Il dolo di calunnia sussiste quando l'imputato, con la falsa denuncia, abbia consapevolmente e volontariamente determinato l'avvio di un procedimento penale nei confronti di soggetti individuati, al fine di attribuire loro falsamente la commissione di un reato, a prescindere dalla conoscenza dei successivi prenditori degli assegni denunciati come smarriti. La richiesta personale di giudizio abbreviato da parte dell'imputato sana ogni eventuale nullità a regime intermedio relativa all'avviso di cui all'art. 375 c.p.p., non potendo l'imputato lamentare vizi di un atto cui egli stesso ha dato impulso. La Corte di Cassazione, nel valutare la congruità della motivazione della sentenza impugnata, non può sostituire la propria valutazione di merito a quella del giudice di merito, il quale ha accertato la sussistenza del dolo di calunnia sulla base di elementi probatori specifici, come il riconoscimento da parte dell'imputato della falsità delle denunce. L'inammissibilità originaria del ricorso per Cassazione rende irrilevante ogni questione di prescrizione non tempestivamente dedotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. AGRO' Antonio - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) VE. PI. SI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1809/2001 CORTE APPELLO di BOLOGNA, del 13/05/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 13/07/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARLO CITTERIO;

udito il P.G. in persona del Dott. FODARONI Giuseppina che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito, per la parte civile, l'avv. BIAGI…

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