La giurisdizione del giudice amministrativo sulle controversie relative a diritti soggettivi di natura patrimoniale, riguardanti le attività e le prestazioni di ogni genere, anche di natura patrimoniale, rese nell'espletamento di pubblici servizi, ivi comprese quelle rese nell'ambito del Servizio sanitario nazionale, è venuta meno per effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 204 del 2004, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della disposizione che attribuiva tale giurisdizione esclusiva al giudice amministrativo. Pertanto, le controversie aventi ad oggetto il pagamento di corrispettivi per prestazioni sanitarie rese nell'ambito del Servizio sanitario nazionale rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario, in quanto vertenti su diritti soggettivi di natura patrimoniale, senza che rilevi la contestazione della validità del contratto da parte della pubblica amministrazione, la quale forma oggetto di mero accertamento incidentale. Di conseguenza, il giudice amministrativo deve dichiarare il difetto di giurisdizione e indicare l'Autorità giudiziaria ordinaria come munita di giurisdizione sulla causa, con conseguente revoca del decreto ingiuntivo eventualmente emesso, fermo restando la possibilità per la parte di riassumere il giudizio innanzi al giudice ordinario entro il termine perentorio di tre mesi dal passaggio in giudicato della sentenza di difetto di giurisdizione, con conservazione degli effetti sostanziali e processuali della domanda.