Il provvedimento di diniego del nulla osta paesaggistico per la realizzazione di opere edilizie in area sottoposta a vincolo deve essere adeguatamente motivato, con riferimento specifico alle caratteristiche del progetto e all'impatto dello stesso sull'ambiente circostante, evitando l'utilizzo di espressioni generiche o stereotipate. L'amministrazione non può limitarsi a invocare un generico pregiudizio ambientale, ma deve procedere a un concreto e analitico accertamento delle ragioni per le quali l'opera non sia ritenuta idonea ad inserirsi nel contesto paesaggistico tutelato. Inoltre, la mancata costituzione in giudizio dell'amministrazione e il conseguente mancato deposito di documentazione a sostegno del provvedimento impugnato comporta che il giudice debba porre a fondamento della decisione gli elementi di prova forniti dalla parte ricorrente, in applicazione del principio di onere della prova di cui all'art. 64 del codice del processo amministrativo. Infine, l'erronea indicazione della normativa di riferimento posta a fondamento del provvedimento di diniego determina un vizio di motivazione e di carenza istruttoria, in violazione dell'art. 3 della legge n. 241/1990.