Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 6708 del 16 febbraio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:6708PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis c.p. richiede la prova di un inserimento stabile e duraturo dell'indagato nella struttura organizzativa del sodalizio criminale, idoneo a dimostrare la sua adesione al perseguimento dei comuni fini illeciti, caratterizzati dall'utilizzo del metodo mafioso per l'imposizione di una sfera di dominio sul territorio, l'acquisizione del controllo di attività economiche, l'impedimento del libero esercizio del voto e il procacciamento di voti in occasione di consultazioni elettorali, oltre al traffico di sostanze stupefacenti. Ai fini della configurabilità dell'associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico ex art. 74 d.P.R. n. 309/1990, è sufficiente l'esistenza di strutture, anche rudimentali, idonee a fornire un supporto stabile e duraturo alle singole deliberazioni criminose, con il contributo dei singoli associati, senza che sia necessaria una complessa e articolata organizzazione dotata di notevoli disponibilità economiche. Tuttavia, la mera partecipazione a singoli episodi delittuosi, anche se connotati da modalità mafiose, non è sufficiente a dimostrare il ruolo di partecipe dell'indagato nell'ambito dell'associazione di tipo mafioso o di quella dedita al narcotraffico, dovendosi accertare in concreto il suo stabile inserimento nella struttura organizzativa dei sodalizi criminali e il suo contributo al perseguimento dei comuni fini illeciti. Analogamente, la sola contestazione di reati-fine commessi con modalità mafiose non è sufficiente a provare la partecipazione dell'indagato all'associazione di tipo mafioso, essendo necessario individuare elementi indiziari che dimostrino il suo ruolo e la sua posizione all'interno della struttura organizzativa del sodalizio. Infine, ai fini della configurabilità del reato di rapina, l'ingiusto profitto non deve necessariamente concretizzarsi in un'utilità materiale, potendo consistere anche in un vantaggio di natura morale che l'agente si riproponga di conseguire, sia pure in via mediata, dalla condotta di sottrazione ed impossessamento, con violenza o minaccia, della cosa mobile altrui.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSTANZO Angelo - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - rel. Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 28/07/2022 del Tribunale di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. APRILE Ercole;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa PICARDI Antonietta, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
uditi l'avv. D'ASCOLA Vincenzo Nico e l'avv. NOCERA Antonio, difensori del ric…

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