Cassazione penale Sez. III sentenza n. 4216 del 4 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:4216PEN

Massima

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Le dichiarazioni spontanee rese dall'indagato alla polizia giudiziaria ai sensi dell'art. 350, comma 7, c.p.p. sono utilizzabili nel giudizio abbreviato anche in assenza dell'avvertimento di cui all'art. 64, comma 2, lett. c), c.p.p., previsto solo per l'interrogatorio e non per le dichiarazioni spontanee. La nullità dell'interrogatorio del coimputato svolto senza le previste garanzie non si estende ai successivi interrogatori in cui il medesimo soggetto, nel rispetto delle regole procedurali, confermi le precedenti dichiarazioni, anche se richiamandole "per relationem". Ai fini della prova della responsabilità penale, le dichiarazioni spontanee rese dall'indagato e i riconoscimenti fotografici, se corroborati da altri elementi di riscontro, possono essere validamente utilizzati, anche nel giudizio abbreviato, a prescindere dall'acquisizione formale di determinati atti processuali, purché il giudice abbia fornito congrua, specifica ed adeguata motivazione in ordine alla valutazione complessiva degli elementi di prova.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. TERESI Alfredo - Consigliere

Dott. FRANCO Amedeo - est. Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. RAMACCI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Aq. Ch. , nato in (OMESSO);

e da Ba. Yo. , nato in (OMESSO);

avverso la sentenza emessa il 9 marzo 2010 dalla corte d'appello di Milano;

udita nella pubblica udienza del 21 dicembre 2010 la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con la sen…

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