Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 42591 del 6 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:42591PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che rivela notizie d'ufficio destinate a rimanere segrete al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto patrimoniale, commette il reato di rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio di cui all'art. 326, comma 3, c.p., il quale è configurabile anche quando il pubblico ufficiale non agisce per trarre un profitto personale dalla notizia rivelata, ma per procurare un indebito vantaggio patrimoniale a un terzo. In tali casi, la condotta penalmente rilevante non riguarda la mera divulgazione di notizie riservate, ma l'utilizzazione di tali informazioni per conseguire un ingiusto profitto, sicché la fattispecie concreta deve essere qualificata ai sensi del comma 3 dell'art. 326 c.p. e non del solo comma 1, il quale punisce la semplice rivelazione di segreti d'ufficio. Pertanto, ai fini dell'applicazione della misura cautelare, rileva la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza in relazione alla più grave ipotesi di reato prevista dal comma 3 dell'art. 326 c.p., a prescindere dalla circostanza che il pubblico ufficiale non abbia agito per procurarsi un profitto personale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio Felice - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA presso il TRIBUNALE DI TRIESTE;

avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Trieste 21 maggio 2009 nel proc. pen. n. 252 R.M.P.;

nei confronti di:

BR. St. , nato il (OMESSO).

Sentita la relazione svolta dal Cons. Dott. S. F. MANNINO;

Sentita la requisitoria del PROCURATORE GENERALE, in persona del Dr. Alfredo MONTAGNA, il quale ha concluso per il rigetto del ricorso.

Osserva:

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