Il mancato completamento della procedura espropriativa entro il termine quinquennale dalla dichiarazione di pubblica utilità, oltre a comportare la decadenza dell'originaria dichiarazione di pubblica utilità e del decreto di occupazione d'urgenza, non determina la perdita della proprietà del bene, non essendosi perfezionato il trasferimento coattivo del diritto reale in capo all'Amministrazione. In assenza di un valido decreto di espropriazione o di un provvedimento di acquisizione sanante ai sensi dell'art. 42-bis del d.P.R. n. 327/2001, il proprietario conserva il diritto di chiedere la restituzione del bene, previa eventuale riduzione in pristino, quale modalità di risarcimento in forma specifica ai sensi dell'art. 2058 c.c., alternativa al risarcimento per equivalente. L'Amministrazione, prima che si formi il "giudicato restitutorio", può tuttavia esercitare il potere discrezionale di cui all'art. 42-bis del d.P.R. n. 327/2001 per acquisire il bene, purché tale provvedimento sia adottato nel rispetto di stringenti presupposti motivazionali e procedimentali, essendo l'acquisizione coattiva extrema ratio. La domanda di corresponsione dell'indennità per il periodo di occupazione legittima rientra invece nella giurisdizione del giudice ordinario.