Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20006 del 14 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:20006PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuazione tra reati, ai sensi dell'art. 81 comma 2 c.p., richiede un nesso ideativo e volitivo unitario e specifico tra le singole condotte delittuose, non essendo sufficiente un generico "disegno criminoso" o una mera "aspettativa" di entrare a far parte di un sodalizio criminoso. Pertanto, la partecipazione ad un'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e la successiva partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso, pur se temporalmente e territorialmente collegate, non possono essere ritenute in continuazione, in assenza della prova di un medesimo e specifico programma criminoso ab origine. Il principio del favor rei, applicabile anche in sede esecutiva, non può essere invocato per superare l'accertata mancanza dei presupposti per l'applicazione dell'istituto della continuazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - rel. Consigliere

Dott. CAIAZZO Luigi Pietro - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S. - Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 173/2012 CORTE APPELLO di PALERMO, del 28/01/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. UMBERTO ZAMPETTI;

lette le conclusioni del PG Dott. Iacoviello Francesco Mauro, che ha chiesto annullamento con rinvio.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza in data 28.01.2013 la Corte d'appello di Palermo, in funzione di giudice dell'esecuzione, rigettava l'istanza propost…

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