Cassazione penale Sez. III sentenza n. 4218 del 29 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:4218PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione della custodia cautelare in carcere, deve essere valutato in concreto, tenendo conto della personalità dell'imputato, della natura e modalità della condotta criminosa, nonché del contesto in cui essa si è realizzata. Il mero decorso del tempo dall'applicazione della misura cautelare e l'allontanamento dell'imputato dal luogo di commissione del reato non sono di per sé sufficienti a far venir meno le esigenze cautelari, qualora permangano elementi di concreta pericolosità sociale dell'imputato, desumibili anche dalla condanna in primo grado e dalla gravità dei fatti commessi, in particolare se si tratta di reati sessuali commessi in ambito familiare. In tali casi, la custodia cautelare in carcere può ritenersi l'unica misura idonea a scongiurare il pericolo di reiterazione del reato e a tutelare la collettività.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE MAIO Guido - Presidente

Dott. CORDOVA Agostino - Consigliere

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. MARMO Margherita - Consigliere

Dott. MULLIRI Guicla - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) JA. TO. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 26/08/2008 TRIB. LIBERTA' di MESSINA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARMO MARGHERITA;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. CIAMPOLI Luigi che ha concluso per il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

In data (OMESSO) Ja.To. , imputato in ordine ai reati A) di cui all'articolo 81 cpv. c.p., e articolo 609 quater c.p., perche', con piu' azioni esecu…

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