Cassazione penale Sez. II sentenza n. 31967 del 25 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:31967PEN

Massima

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Il delitto di rapina aggravata si configura quando l'agente, mediante violenza o minaccia, si impossessa di un bene altrui, impedendo al legittimo proprietario di ottenere in via giudiziale la restituzione o il risarcimento del danno. Affinché sussista il reato di cui all'art. 393 c.p. (violenza privata), è necessario che la pretesa vantata dall'agente sia azionabile in giudizio e che la condotta violenta o minacciosa sia finalizzata a ottenere la soddisfazione di tale pretesa, laddove non sarebbe stato possibile ottenerla in via civile. La mera esistenza di sospetti, senza alcun fondamento probatorio, non è sufficiente a configurare la responsabilità della persona offesa per il furto lamentato, essendo necessario un accertamento giudiziale della stessa. Il giudice di legittimità, nel valutare la fondatezza dei motivi di ricorso, non può sostituire la propria diversa valutazione delle risultanze probatorie a quella già compiuta dai giudici di merito, salvo che non ravvisi vizi logici o giuridici nella motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - rel. Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2610/2013 CORTE APPELLO di ANCONA, del 10/06/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/06/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. BELTRANI SERGIO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CARDIA Delia, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
Udito l'Avv.to (OMISSIS) (difensore degli imputati) che ha chiesto l'accoglimento del ri…

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