Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12141 del 30 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:12141PEN

Massima

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Il reato di bancarotta per distrazione, di cui all'art. 216, n. 1 e art. 223 L.F., si configura quando l'amministratore di una società dichiarata fallita distrae somme di denaro o altri beni sociali, sottraendoli alla garanzia patrimoniale dei creditori. La prova di tale reato può essere raggiunta attraverso l'esame delle risultanze processuali, come la relazione e la testimonianza del curatore fallimentare, le dichiarazioni dei testi di difesa e dell'imputato stesso, senza che sia necessaria l'acquisizione di tutta la documentazione contabile della società fallita, la quale non integra una prova decisiva idonea a inficiare la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito sulla base degli elementi probatori raccolti. Il controllo di legittimità della Corte di Cassazione è limitato alla verifica della logicità e adeguatezza della motivazione, senza poter procedere a una nuova valutazione del quadro probatorio, che rientra nell'esclusiva competenza dei giudici di fatto. L'irregolarità della notifica del decreto di citazione a giudizio, qualora l'imputato abbia comunque partecipato al processo e esercitato pienamente il diritto di difesa, non determina alcuna lesione di tale diritto e non inficia la validità del procedimento. Pertanto, il reato di bancarotta per distrazione è configurabile quando l'amministratore di una società fallita sottrae somme di denaro o altri beni sociali, la cui prova può essere raggiunta attraverso l'esame delle risultanze processuali, senza che sia necessaria l'acquisizione di tutta la documentazione contabile, e il controllo di legittimità della Corte di Cassazione è limitato alla verifica della logicità e adeguatezza della motivazione, senza poter procedere a una nuova valutazione del quadro probatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3550/2002 CORTE APPELLO di MILANO, del 11/06/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/12/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso per il rigetto.

FATTO E DIRITTO

Con sentenza 11.6.2010, la corte di appello di Mi…

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