La destinazione di un'area a verde attrezzato, ai sensi dell'art. 71 del Regolamento Edilizio Comunale, non comporta un vincolo di carattere espropriativo che limiti l'iniziativa edificatoria ai soli enti pubblici, ma costituisce una mera destinazione d'uso che consente anche l'iniziativa privata o promiscua pubblico-privata, purché sia garantita la libera fruizione da parte di tutti i cittadini. Pertanto, il diniego di concessione edilizia fondato sulla sola circostanza che il richiedente non sia un ente pubblico è illegittimo, in quanto l'art. 71 del R.E.C. non esclude l'iniziativa edificatoria privata nelle aree destinate a verde attrezzato, ma si limita a porre la condizione della prevalenza della componente naturalistica e della libera fruizione da parte di tutti i cittadini. Inoltre, le misure di salvaguardia conseguenti all'adozione di un nuovo strumento urbanistico non possono riguardare prescrizioni meramente tecniche, come l'obbligo di redigere una progettazione esecutiva per le aree a verde attrezzato, ma solo le previsioni di destinazione d'uso del territorio in contrasto con lo strumento urbanistico vigente, al fine di evitare il rilascio di concessioni edilizie incompatibili con il nuovo assetto urbanistico in itinere.