Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 5410 del 6 febbraio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:5410PEN

Massima

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Il possesso di una quantità non lieve di sostanza stupefacente, anche se inferiore ai limiti quantitativi indicati dalla legge, non integra automaticamente la circostanza attenuante del fatto di lieve entità, la cui sussistenza deve essere valutata in concreto dal giudice di merito sulla base di una complessiva e analitica disamina della condotta, avuto riguardo alla quantità della sostanza detenuta e alle modalità della condotta, senza che possa rilevare la mera collaborazione processuale dell'imputato, ove questa non sia stata dedotta in sede di appello. Il giudice di merito, pertanto, nel valutare la sussistenza della circostanza attenuante del fatto di lieve entità, deve effettuare un'approfondita analisi delle concrete modalità della condotta, senza limitarsi a considerare esclusivamente la quantità della sostanza stupefacente detenuta, la quale, pur se inferiore ai limiti quantitativi indicati dalla legge, non è di per sé sufficiente a integrare la fattispecie attenuata, dovendo il giudice valutare complessivamente tutti gli elementi della condotta, anche con riferimento alle modalità della detenzione. La mera collaborazione processuale dell'imputato, inoltre, non può essere autonomamente valutata ai fini del riconoscimento della circostanza attenuante, ove non sia stata dedotta in sede di appello, in quanto ciò determinerebbe un'inammissibile modifica del thema decidendum.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - rel. Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

DA. Ph. , n. in (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Perugia, emessa in data 2.12.2005;

- letto il ricorso e il provvedimento impugnato;

- udita in pubblica udienza la relazione del Cons. Dr. F. Ippolito;

- letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dr. Galati G., che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

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