Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 53055 del 26 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:53055PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari per l'applicazione della misura della custodia in carcere in relazione al reato associativo di cui all'art. 74, comma 2, del D.P.R. n. 309/1990, deve motivare in modo adeguato circa l'attualità del pericolo di reiterazione del reato, tenendo conto del rilevante lasso di tempo trascorso dalla commissione dei fatti e del periodo di detenzione già subito dall'indagato. La mera presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p. non è sufficiente, essendo necessario che il giudice indichi specifici elementi concreti e attuali idonei a dimostrare la concreta e attuale pericolosità sociale dell'indagato. Ove il giudice non motivi adeguatamente in tal senso, la misura cautelare deve essere annullata e la questione rinviata per un nuovo esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIANESINI Maurizio - Presidente

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 25/05/2018 del Tribunale di Salerno;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa ((omissis));
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott.ssa CESQUI Elisabetta, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la ordinanza in epigrafe indica…

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