Il silenzio serbato dalla pubblica amministrazione sull'istanza di accertamento della compatibilità paesaggistica di opere edilizie, presentata dal privato ai sensi dell'art. 167, comma 5, del D.Lgs. n. 42/2004, costituisce un silenzio-rifiuto illegittimo, in quanto l'amministrazione è tenuta a pronunciarsi espressamente sulla domanda entro il termine previsto dalla legge. Il privato può quindi agire in giudizio per ottenere l'accertamento della compatibilità paesaggistica e, in caso di ulteriore inerzia della pubblica amministrazione, la condanna della stessa a provvedere sull'istanza. L'obbligo di provvedere espressamente, entro il termine di legge, sull'istanza del privato volta all'accertamento della compatibilità paesaggistica di opere edilizie, costituisce un principio generale di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, a tutela del diritto del cittadino ad ottenere una risposta dalla pubblica amministrazione. Il silenzio-rifiuto illegittimo dell'amministrazione può inoltre dar luogo alla responsabilità per danno da ritardo, ai sensi dell'art. 2-bis della Legge n. 241/1990. La cessazione della materia del contendere, intervenuta per effetto dell'accordo tra le parti, non pregiudica la possibilità per il privato di agire successivamente per il risarcimento del danno da ritardo.