Il reato di associazione di tipo mafioso, di cui all'art. 416-bis c.p., richiede la prova di una stabile struttura organizzativa, dotata di una propria forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo, finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti, anche attraverso l'utilizzo di armi, al fine di conseguire vantaggi ingiusti per sé o per altri e di condizionare, in tal modo, la libertà di determinazione e di partecipazione alla vita economica, sociale e politica. La partecipazione all'associazione mafiosa può essere desunta da gravi, precisi e concordanti elementi indiziari, come le intercettazioni telefoniche e ambientali, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e gli altri riscontri oggettivi, senza necessità di accertare la commissione di specifici reati-fine. La valutazione della prova deve essere effettuata in modo complessivo, tenendo conto di tutti gli elementi a disposizione, senza che sia necessario un riscontro esterno per ogni singolo elemento indiziario. La determinazione della pena deve essere adeguatamente motivata, con riferimento ai criteri di cui all'art. 133 c.p., senza che sia necessaria un'analitica valutazione di ciascun fattore. La confisca dei beni può essere disposta quando vi sia la sproporzione tra il valore dei beni posseduti e i redditi dichiarati o l'attività economica svolta, salvo che l'imputato non dimostri la legittima provenienza dei beni.