Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18911 del 6 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:18911PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Le dichiarazioni della persona offesa, anche se costituita parte civile, possono essere legittimamente poste a fondamento dell'affermazione di responsabilità penale dell'imputato, previa verifica della credibilità soggettiva del dichiarante e dell'attendibilità intrinseca del suo racconto, senza necessità di ulteriori riscontri, purché tale valutazione sia adeguatamente motivata. Inoltre, il concorso morale nel reato di minaccia può essere desunto da comportamenti concludenti, come l'assistere alle minacce rivolte ad altri e il passare successivamente alle vie di fatto. Infine, il diniego delle circostanze attenuanti generiche può essere motivato in modo sintetico, valorizzando anche un solo elemento tra quelli indicati dall'art. 133 c.p., senza necessità di un'analitica disamina di tutti i fattori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 16/12/2016 dalla Corte di appello di Bologna;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. C…

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