Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3811 del 24 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:3811PEN

Massima

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Il reato di minaccia si configura con la sola prospettazione di un male ingiusto che può essere cagionato dall'autore alla vittima, senza che sia necessario il concreto verificarsi di uno stato di intimidazione in quest'ultima. L'indeterminatezza del male minacciato non rileva, purché esso sia ingiusto e possa essere dedotto dalla situazione contingente. Pertanto, l'assoluzione dell'imputato dal reato di minaccia non può fondarsi sulla mancata prova di un effettivo stato di intimidazione della persona offesa, né sulla presunta diversità di gravità tra le espressioni utilizzate, se queste comunque prospettano un male ingiusto. Inoltre, il reato di lesioni personali aggravato dall'uso di un'arma, essendo perseguibile d'ufficio, esula dalla competenza del giudice di pace e rientra nella competenza del tribunale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

procuratore generale presso la corte di appello di Trieste;

avverso la sentenza pronunciata dal giudice di pace di Pordenone il 27.5.2011;

nei confronti di (OMISSIS), nato a (OMISSIS), e di (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Alfredo Guardiano;

udito il pubblico ministero nella persona del sostituto procuratore generale Dott. FRATICELLI Mario, che ha concluso per l&#x…

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