Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 2162 del 17 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:2162PEN

Massima

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Il comportamento del pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni di controllo e prevenzione non integra gli estremi dell'atto arbitrario, se non si configura un'attività ingiustamente persecutoria che deborda dalle ordinarie modalità di esplicazione dell'azione di controllo e prevenzione nei confronti del privato. La sussistenza del reato di lesioni personali può essere affermata sulla base di una congrua motivazione che evidenzi la compatibilità delle lesioni riportate dal pubblico ufficiale con la dinamica dei fatti riferita dai testimoni, senza che sia necessario un ulteriore riscontro probatorio. L'esclusione delle cause di giustificazione e delle circostanze attenuanti, se adeguatamente motivata, non è sindacabile in sede di legittimità, quando le relative doglianze non siano state dedotte in sede di appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. BASSI A. - rel. Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/11/2014 della Corte d'appello di Firenze;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Dall'((omissis)), che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe, la Corte d'appello di Firenze ha confermato…

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