La convenzione urbanistica stipulata tra un Comune e un privato proprietario di un'area, volta a disciplinare le modalità di realizzazione delle opere di urbanizzazione necessarie a conferire al territorio interessato la conformazione prescritta dagli strumenti urbanistici, deve essere qualificata come un accordo sostitutivo del provvedimento amministrativo, sicché le controversie relative alla sua esecuzione rientrano nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. Tuttavia, il condominio non ha la legittimazione processuale per agire in giudizio per far valere l'inadempimento degli obblighi convenzionali da parte del Comune, in quanto i singoli proprietari degli alloggi, in forza del richiamo della convenzione negli atti di compravendita, sono i soggetti titolari del relativo diritto. L'azione di accertamento dell'obbligo del Comune di realizzare le opere di urbanizzazione primaria ai sensi dell'art. 12 del T.U. edilizia, essendo svincolata dalla convenzione di lottizzazione, va qualificata come domanda di accertamento dell'illegittimità del silenzio-inadempimento dell'Amministrazione, ma è inammissibile per essere stata proposta oltre il termine decadenziale di un anno previsto dall'art. 31 c.p.a. Pertanto, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con compensazione delle spese di lite tra le parti in considerazione della peculiarità della vicenda esaminata.